
Norme fiscali sigillate.
Norme fiscali sigillate
I DIVIETI DI RINVIO PER DANNI AI BILANCI
Divieto di proroga causa impatto sul bilancio. O, vista dall’altro verso, norma fiscale agganciata al gettito proprio per evitare rischi di rinvio. Questo quanto è accaduto e sta accadendo con molte norme di carattere tributario inserite nei provvedimenti in approvazione. Vediamo qualche caso.
Pagamenti tracciabili
L’introduzione, con la legge di bilancio 2020, dell’obbligo di pagamenti tracciabili per la detraibilità di una serie ampia di costi ha suscitato numerose perplessità. Da un lato, si è sottolineata l’irragionevolezza di una norma che non si accompagna all’obbligo per tutti gli esercenti di dotarsi di Pos; dall’altro, si è invocata la tutela di quei contribuenti meno avvezzi all’uso della moneta elettronica e che rischiano di restare penalizzati. È stata quindi formulata la richiesta di rinviare l’entrata in vigore della nuova disciplina per consentire un progressivo adeguamento ed evitare discriminazioni. Ed è spuntato un emendamento al decreto milleproroghe, in discussione in Parlamento, per posticipare al 1° aprile l’efficacia della nuova regola, consentendo la detraibilità delle spese non tracciate nel primo trimestre dell’anno. L’esito è tutt’altro che scontato. Peccato sia stata invocata, in senso ad esso contrario, la difficoltà di trovare le coperture per colmare il minor gettito stimato in sede di legge di bilancio (pari, per l’intero periodo di imposta, a 860 milioni di euro).
Il caso degli Isa e della e-fattura
La situazione non è nuova. Negli ultimi anni, si è spesso assistito all’introduzione di discipline tecnicamente complesse, volte a garantire all’Erario un maggior gettito, ma la cui difficile implementazione pratica ha portato le categorie professionali a invocarne lo slittamento. Così è avvenuto, per esempio, per gli Isa, rispetto ai quali l’Ordine dei commercialisti ha inutilmente provato nello scorso autunno ad ottenerne una ritardata applicazione, proponendo che per il primo anno essi avessero solo un valore statistico. Analogamente, al momento dell’entrata in vigore della fatturazione elettronica, venne da più parti invocato un ritardo nella sua implementazione pratica. Anche in questi casi, nessuna proroga è stata concessa, a causa dell’elevato ammontare del gettito atteso inserito in bilancio e dell’impossibilità di reperire coperture alternative a fronte del minore introito conseguente all’eventuale slittamento.
Un sistema rigido
Si profila insomma una rigidità del sistema a fronte di istituti nuovi e tecnicamente complessi che, in quanto tali, richiederebbero viceversa flessibilità. Si tratta di una rigidità imposta dalla Costituzione, che richiede che per ogni maggiore onere sia prevista la relativa copertura (art. 81, comma 3), ma che in passato era stata temperata dal ricorso a clausole di salvaguardia, idonee a compensare il minor gettito nel caso si verificasse un evento imprevisto. Con la legge 163/2016, è stata esclusa la possibilità di ricorrere in modo generalizzato a tali clausole: pertanto, in caso di scostamento rispetto alle previsioni di bilancio si procede a ridurre gli stanziamenti previsionali del Ministero competente ovvero, in subordine, ad assumere tempestive iniziative legislative per assicurare il rispetto dell’art. 81. Si tratta di un meccanismo meno certo rispetto a quello incentrato sulle clausole di salvaguardia e che quindi il Governo pare restio ad attivare.
Commissione rigida
Potrebbe ipotizzarsi di ricorrere, nel caso di discipline tecniche come quelle citate, a quanto sperimentato in relazione alla prima voluntary disclosure, quando nell’incertezza sul suo successo si era preferito non inserire alcuna previsione di gettito in bilancio. Tuttavia, la rigida vigilanza della Commissione Ue sui nostri conti pubblici rende poco percorribile questa strada che elimina voci positive di gettito decisive ai fini del rispetto dei parametri europei. Se non si vogliono reintrodurre clausole di salvaguardia (magari mirate a specifici casi, come suggerito da un recente studio di Confindustria), occorre pensare ad un meccanismo che, per le nuove misure ad elevato tasso tecnico, imponga al governo di definire i tempi di entrata in vigore concordandoli con le categorie professionali e inserendo una fase pilota, nella quale ad esempio il loro utilizzo sia solo opzionale o non si applichino le sanzioni. In questo modo, si potrebbe salvaguardare l’invarianza dei saldi di bilancio tutelando le attese dei contribuenti e dei loro professionisti.
Articolo di Stefano Dorigo